L’Europa allo sbando
Le elezioni spagnole, tenutesi lo scorso weekend hanno stabilizzato la situazione spagnola. La vittoria di Mariano Rajoy, con una schiacciante maggioranza assoluta, era prevista e prevedibile, dopo i grandi problemi economici irrisolti dal Governo Zapatero. Nonostante questo lo spread spagnolo rimane molto elevato nelle ultime settimane.
E non solo dalla Spagna arrivano grandi preoccupazioni. Il contagio della crisi del debito sovrano è ormai una questione europea. Il Belgio e la Francia hanno visto il loro spread esplodere nella scorsa settimana in un clima di sfiducia totale nei confronti dell’Euro e dell’Europa.
Proprio l’Unione Europea è l’anello debole dell’euro. Mentre la Banca Centrale Europea fa il possibile per immettere liquidità sul mercato, acquistando il debito di Italia e Spagna, le istituzioni europee non riescono a trovare un accordo sul fondo salva Stati, o almeno sul suo rifinanziamento, e su una politica economica più coordinata.
Che sia chiaro: più coordinazione non significa avere una politica economica unica dove si aumentano le tasse, ma si può pensare ad un modello di federalismo competitivo come accade negli Stati Uniti d’America o Svizzera dove esiste un’unica moneta.
Allo stato attuale in Europa si dibatte solo di eurobond, come se questi potessero risolvere tutti i mali dell’Unione Europea. Ovviamente la Germania si oppone. Giustamente perché la cancelliera Angela Merkel difficilmente può accettare un accordo per il quale il paese teutonico si accolla a pagare maggiori interessi sul debito a causa del cattivo comportamento dei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
La crisi dell’euro è dunque molto forte e di difficile soluzione, ma non sembra che questi leader europei abbiano le capacità di risolvere le problematiche; anche perché sono gli stessi leader che hanno creato un enorme debito pubblico con spese keynesiane assurde per cercare di fare uscire inutilmente dalla recessione i loro rispettivi Paesi.
L’esito è stato scontato e tragico al contempo. I Paesi europei si sono trovati sul “groppone” un enorme debito pubblico che adesso devono cercare di ripagare aumentando le tasse e di fatto andando verso ad una distruzione dell’Euro.
Lo spread dunque, così come il declassamento del debito da parte delle agenzie di valutazione internazionali, non è dunque un accanimento della speculazione finanziaria internazionale, ma una giusta conseguenza di politiche economiche molto allegre, per non dire folli.
E proprio sullo spread vi è un’analisi interessante riguardo gli ultimi mesi fatta da Tito Boeri per lavoce.info.
Le continue manovre finanziarie non venivano prese sul serio dal mercato, che le puniva continuamente con un peggioramento dello spread sui bund tedeschi. L’apice è stato raggiunto ad inizio novembre, quando poi si è arrivato al cambio di Governo e ad una maggiore stabilità politica dell’Italia.
Nelle ultime settimane la crisi si è allargata a quasi tutta l’Europa, fino a raggiungere ieri, con l’asta deserta dei bund tedeschi anche la Germania. D’altronde i tassi d’interesse pagati erano estremamente bassi e l’eventuale fallimento dell’euro avrebbe molte conseguenze negative anche sul paese guidato da Angela Merkel.
I problemi europei sono dunque enormi e non sembra che la classe dirigente attuale sia in grado di risolverli.
FONTEhttp://www.chicago-blog.it/2011/11/24/l%E2%80%99europa-allo-sbando/#more-10583
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