guerra all'italico declino

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lunedì 1 novembre 2010

un sinodo di follie

 FAMIGLIA CRISTIANA del 28/10/2010, a pag. 12 l'articolo di Alberto Bobbio dal titolo “Gerusalemme pace e non muri” analizza i punti principali sui quali si è concentrato il Sinodo per il Medio Oriente.
E Israele ancora una volta è nel mirino: non basta che venga sistematicamente condannato dalla stampa estera, che istituzioni accademiche, economiche o artistiche israeliane vengano boicottate per i motivi più svariati, che l’ONU abbia dedicato all’unica democrazia del Medio Oriente - garante di diritti civili e umani - circa l’80% dei suoi atti,  anche il Sinodo, anziché un’opportunità di approfondimento e riflessione, si trasforma nell’occasione per condannare lo Stato ebraico e “
chiedere esplicitamente che le Nazioni Unite facciano rispettare a Israele le risoluzioni del Consiglio di sicurezza…..il ritorno dei profughi e la promozione di un linguaggio di pace”. Parola quest’ultima ben conosciuta e rispettata dallo Stato ebraico.
Nell’articolo invece non ci sono condanne esplicite né per le formazioni terroristiche palestinesi, né per il regime di terrore instaurato da Hamas a Gaza che utilizza i civili come scudi umani e che ha condotto la popolazione palestinese alla miseria.
Anzi si evidenzia che “
se il popolo palestinese avrà una patria, anche Israele potrà godere della pace”, lasciando intendere che se i palestinesi non hanno una patria la responsabilità è naturalmente di Israele.
Peraltro l’assicurazione dei padri sinodali di “
aver anche ragionato sulla sofferenza e l’insicurezza degli israeliani”, è smentita dalle continue condanne del “muro” – presente anche nel titolo - che Israele ha costruito (in realtà si tratta di una barriera difensiva, per l’80% del suo tracciato fatta di filo spinato) nel tentativo di proteggersi da un terrorismo spietato e che ha salvato centinaia di vite innocenti.
Nessuna condanna invece è rivolta dai solerti padri sinodali a quei paesi (ad esempio l’Iran) che violano i diritti umani, che lapidano le donne, che torturano i dissidenti a riprova che “
il doppio standard è lo standard regolarmente utilizzato per giudicare Israele”.
Il raggiungimento di una pace duratura non può prescindere dalla cessazione dell’incitamento all’odio nei confronti di Israele e dal riconoscimento di questo paese come Stato degli ebrei da parte di tutti i paesi che gravitano nell’area.
Anche questa è una verità che è necessario affermare, con coraggio
Un coraggio che è mancato al Sinodo dei vescovi.

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