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sabato 30 novembre 2013

PINOCHET FU UNA FORTUNA PER IL PAESE

Il sistema scolastico cileno dei "Los Chicago boys" funziona
E primeggia in tutto il Sud America
Parlare del sistema educativo cileno vuol dire scontrarsi con la controversa esperienza della dittatura imposta dal generale Pinochet in quel Paese. E affrontare le politiche dei regimi autoritari significa entrare in un terreno minato in cui è facile suscitare la riprovazione dei benpensanti.

Ad ogni modo, da un punto di vista liberale diventa difficile mettere in cattiva luce alcune riforme volute da Pinochet durante il suo "regno". Perché, ad esempio, la riforma del sistema previdenziale adottata in Cile è un esempio di come dovrebbero essere gestite le pensioni senza ricorrere alla mano pubblica e lasciando libertà di scelta ai cittadini. "Los Chicago boys" (così erano definiti quegli economisti cileni che misero mano ad una serie di riforme liberiste negli anni di Pinochet), tra i quali figurava anche José  Piñera (l'autore della riforma pensionistica appena richiamata) hanno cambiato la struttura economica del Paese, che dal pericolo di una socializzazione forzata è passato a effettive misure che hanno privatizzato diversi settori economici e non del Cile.
Anche il settore educativo cileno ha visto l'applicazione di un punto di vista liberista, proprio agli sgoccioli della permanenza di Pinochet come "deus ex machina" del Paese. Infatti, la legge che in questi ultimi anni ha suscitato numerose polemiche e che dovrebbe essere sostituita in tempi brevi è datata 10 marzo 1990, un giorno prima cioè che il generale cedesse parte dei suoi poteri per rimanere unicamente a capo dell'esercito.

Tale legge è la Legge Organica Costituzionale d'Insegnamento (Ley Orgánica Constitucional de Enseñanza, LOCE), una tra le norme più importanti che regolano l'istruzione in Cile, insieme agli specifici articoli della Costituzione e ad altri provvedimenti legislativi.
Come detto, la LOCE non affronta tutte le questioni legate all'istruzione cilena, ma intorno al dibattito nato in questi anni per sostituirla si è arrivati a mettere in discussione tutto un sistema educativo. E allora, dalle singole parti contestate contenute nella legge la discussione è passata ben presto al ruolo che lo Stato e i privati debbano avere per ciò che attiene l'istruzione.

Ridotta ai minimi termini, la LOCE stabilisce solamente i requisiti minimi che devono essere rispettati a livello educativo, le norme che permettono allo Stato di vigilare intorno alla applicazione di questi standard minimi e i requisiti per il riconoscimento ufficiale degli istituti scolastici. Ma la rivoluzione dei pinguini del 2006 (così è stata chiamata la protesta degli studenti) oltre a reclamare a gran voce la soppressione della LOCE ha portato avanti una serie di rivendicazioni per una riformulazione del sistema educativo cileno, in senso maggiormente egualitario e per un più ampio intervento dello Stato. Inoltre, sono state avanzate proposte per la "demunicipalizzazione" del sistema e per rendere impossibile il perseguimento del profitto, oltre alla richiesta di un maggior apporto fiscale dello Stato, e a misure più mirate come il trasporto pubblico gratuito per gli studenti.
In Cile esistono tre tipi di scuole: pubbliche (amministrate dai governi locali), private (di fondazioni, ordini religiosi, ecc), e "sovvenzionate" (ovvero scuole statali ma amministrate da privati). L'introduzione del decentramento e dell'autonomia, ha permesso una certa libertà degli istituti sia per quanto riguarda i programmi didattici che per gli aspetti amministrativi ed economici.

Nel 2007 è stata avanzata una proposta di legge (la Legge Generale sull'Educazione - Ley General de Educación, LGE) per sostituire la LOCE. Voluta dalla presidente Bachelet, la legge è andata incontro alle esigenze degli studenti ma non quanto per loro avrebbe dovuto, perché dopo la presentazione del progetto di legge le proteste sono riprese e hanno segnato anche questi ultimi mesi della vita politica e sociale del Cile. La LGE cerca di mantenere un equilibro tra la libertà educativa e il diritto di accesso all'istruzione di tutti i cittadini. Il punto più importante riguarda proprio la possibilità degli studenti di accedere senza discriminazioni all'istruzione scolastica pur mantenendo in piedi la libertà di aprire e di organizzare in autonomia le singole scuole.

Questo infatti è ciò che caratterizza maggiormente il sistema cileno: l'importante presenza dei privati nella proprietà e nella gestione degli istituti scolastici. Ciò che viene modificato dalla LGE è il ruolo "regolatorio" dello Stato, che interverrebbe maggiormente per definire le modalità di accesso, gli standard qualitativi e i criteri minimi per il riconoscimento di nuove scuole. La LOCE, infatti, pone un numero di limiti, ad una qualsiasi persona che intenda fondare una scuola, inferiore rispetto alla proposta contenuta nella LGE. Quest'ultima riduce poi il numero di soggetti che possono far nascere nuovi istituti, vietando la finalità del lucro per chi volesse intraprendere questa strada. Ma non viene intaccata la concorrenza fra istituti pubblici e privati.

Sta di fatto che il sistema educativo cileno risulta essere, da un punto di vista statistico, uno dei migliori del Sudamerica. Il metodo di valutazione PISA del 2006 ha infatti certificato come gli studenti del Cile abbiano conseguito i risultati migliori nel test di scienze, nella prova di lettura e il secondo posto nella prova di matematica tra tutti i Paesi sudamericani. A livello universitario, secondo una classifica stilata dal Times, due università hanno fatto registrare un discreto piazzamento: la Pontificia Università Cattolica del Cile e l'Università del Cile sono infatti fra le migliori del Sudamerica.

Inoltre va rilevato come il sistema educativo cileno sia sostanzialmente universale. L'istruzione "basica" coinvolge il 99,7 per cento dei bambini tra i 6 e i 14 anni, mentre quella "secondaria" vede la partecipazione dell'87,7 per cento degli adolescenti tra i 15 e i 18 anni. Tutto sommato dati non da buttare per un sistema che si dice essere iniquo e profondamente sbagliato.

da Con - Conservatori contemporanei
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