guerra all'italico declino

FEDERALISMO; necessità italica di DITTATURA CORRETTIVA a tempo determinato per eliminazione corruzione, storture e mafie; GIUSTIZIA punitiva e certezza della pena; LIBERISMO nel mercato; RICERCA/SVILUPPO INNOVAZIONE contro la inutile stabilità che è solo immobilismo; MERCATO DEL LAVORO LIBERO e basato su Meritocrazia e Produttività; Difesa dei Valori di LIBERTA', ANTIDOGMATISMO, LAICITA' ;ISRAELE nella UE come primo baluardo di LIBERTA'dalle invasioni. CULTURA ED ARTE come stimolo di creatività e idee; ITALIAN FACTOR per fare dell'ITALIA un BRAND favolosamente vincente. RISPETTO DELLE REGOLE E SENSO CIVICO DA INSEGNARE ED IMPORRE

giovedì 5 dicembre 2013

TAGLIARE GLI SPRECHI SI DEVE


Apparato legislativo, esecutivo, diplomatico, fiscale e finanziario
Gran parte dei cosiddetti 'costi della politica' si trovano in questa voce, che include le spese dell'apparato legislativo ed esecutivo (anche degli enti locali), delle reti diplomatiche, e delle strutture fiscali e finanziarie dello Stato e degli enti locali. La spesa totale è pari al 2,5%, molto maggiore che in altri paesi paragonabili, ed è aumentata molto negli ultimi 15 anni, soprattutto a livello di Amministrazione centrale.
La seguente tabella mostra il valore in percentuale di PIL di questa voce di spesa nei maggiori paesi europei nel 2011, con l'eccezione della Spagna per cui le voci COFOG di secondo livello non sono ancora disponibili.
VoceGermaniaSpagna (2010)FranciaItaliaUK
C01011,61,71,32,51,3

L'Italia spende circa un punto di PIL (circa 16 miliardi) in più degli altri paesi. Per avere un termine di paragone, ciò significa che una riorganizzazione dell'apparato legislativo, esecutivo, diplomatico, finanziario e/o fiscale dello Stato secondo gli standard dei maggiori paesi europei sarebbe sufficiente a cancellare due terzi dell'IRAP, il cui gettito al netto delle partite di giro è di poco meno di 25 miliardi [3].
Molti degli apparati politici italiani hanno costi fuori linea con quello degli altri paesi: la Camera, il Senato, il Quirinale, la Corte Costituzionale. Nonostante ciò, soltanto una frazione di questa voce di spesa può essere spiegata con i bilanci di queste istituzioni: sui costi del Parlamento i risparmi 'comparativi' possibili sono circa 700 milioni, sul Quirinale circa 100 [4], sulla Corte Costituzionale circa 25, pensioni escluse [5].
La ragione dell'entità di questa spesa non è neanche della rete diplomatica, dato che il Ministero degli Affari Esteri ha un bilancio inferiore a quello di paesi paragonabili all'Italia, come la Francia e la Gran Bretagna.
Probabilmente  la differenza è nelle funzioni fiscali e finanziarie, che includono le quattro (ora tre) Agenzie Fiscali, il Ministero dell'Economia e della Finanza, e altre istituzioni. La seguente figura mostra l'aumento di questa spesa a partire dal 2000, distinguendo l'amministrazione centrale da quelle locali. L'aumento rispetto agli anni '90 è stato principalmente dovuto all'amministrazione centrale, quindi non è legato al cosiddetto 'federalismo'. Potrebbe essere la Riforma Bassanini del 1999, che ha introdotto le Agenzie Fiscali. Non si è trovata evidenza di questa tesi, ma le quattro Agenzie, Entrate, Territorio, Dogane e Demanio, entrarono in funzione nel 2001.
Le recenti notizie sui costi della Camera, nonostante le promesse dell'attuale Presidente, non lasciano ben sperare sul contenimento di questa spesa in futuro [6].
Monsurrò grafico 1

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