guerra all'italico declino

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venerdì 22 ottobre 2010

Sembra Blade Runner..è la realtà!



Lotta al terrorismo e strategie hi-tech
Con la "biometrica" gli americani mettono all'angolo i Talebani
Gabriele Cazzulini22 Ottobre 2010
Come disse una volta Mao, i ribelli sono come pesci che nuotano in un mare di uomini. Invisibili e dispersi: per debellare i Talebani in Afghanistan occorre una continua presenza sul territorio unita ad una serrata sorveglianza sull’intera popolazione. La potenza di fuoco delle armi, le grandi strategie militari, le alleanze politiche non sono più fattori discriminanti.
Per neutralizzare questa asimmetria sul piano militare, che sembra paradossale pensando alla potenza della macchina bellica degli occidentali, gli americani hanno messo in gioco il fattore tecnologico – che può veramente ribaltare la situazione perché la tecnologia è quanto di più irraggiungibile ci sia per i Talebani. Così in Afghanistan la Nato, d’intesa col governo di Kabul, ha iniziato ad utilizzare le tecniche biometriche nella prevenzione degli attentati, nel monitoraggio delle infiltrazioni talebane nella polizia e nelle forze armate, e in una sorveglianza più attendibile della popolazione nelle zone più critiche. In linea di massima, la biometrica è un insieme di tecniche per il riconoscimento dell’identità basate su caratteristiche comportamentali o fisiologiche.
Nel caso dell’Afghanistan, gli americani utilizzano il rilevamento dell’iride e delle impronte digitali. Il successo in Iraq, risale addirittura ai tempi dell’assedio di Fallujah del 2007, quando gli americani ricorsero alla biometrica per controllare ingressi e uscite dei civili e così individuare i ribelli. Il metodo è stato esportato in Afghanistan dal generale Petraeus. Ora è in corso un “tecno-censimento” degli abitanti delle aree a rischio. Il coordinamento è nelle mani della Biometric Task Force (Btf) istituita già nel 2004 presso il Pentagono. Per operare sul campo, la Btf ha inviato ai militari della Nato in Afghanistan un Biometric Automated Toolset (Bat). E’ un kit di dispositivi per il rilevamento dei dati e il loro invio nel server di raccolta. Il successo è innegabile: le prime postazioni per i controlli biometrici furono installate nell’area intorno all’aeroporto di Kabul. Il risultato fu una sensibile riduzione non solo degli attacchi terroristici, ma dei tentativi di attacco.
Nell’ottica della contro-guerriglia, questa è una vittoria indiscutibile. Tra Iraq e Afghanistan, nel solo 2009 grazie alla biometrica sono stati individuati e arrestati oltre quattrocento ricercati di primo piano. Anche politicamente è una strategia molto più sicura e mirata rispetto all’impiego della forza militare e della sua quota fissa di vittime civili, un effetto collaterale politicamente sgradevole. Per questo le truppe Nato stanno procedendo ad un censimento biometrico sempre più ampio della popolazione, così da creare una “terrorist watch list” basata su proprietà che non sono alterabili, come invece accade con liste basate soltanto sui nomi.
La guerra al terrorismo delinea un quadro sempre più hi-tech. I Droni aerei si muovono nei cieli dell’Afghanistan per intervenire sulle alture più impervie, le aree desertiche e i luoghi dove è più radicata la guerriglia talebana. Le telecamere fisse ad alta risoluzione che sorvegliano i centri più importanti iniziano ad essere dotate di scansione termica e infra-rossi per individuare ogni movimento sospetto. Infine il pattugliamento, finora il più esposto agli attacchi, si rafforza con la rilevazione biometrica per sradicare con massima efficacia gli elementi ostili – basta uno strumento grande come un iPod. Più che le armi, la tecnologia è la vera forza che può consentire all’Occidente di stroncare il terrorismo senza ricorrere ad altra violenza.

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