guerra all'italico declino

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sabato 12 novembre 2011

Chiudiamo ste baracche di burattini

Il FOGLIO - "  Agenzie dell’Onu a rischio bancarotta dopo il voto sui palestinesi"

Onu

Roma. L’Unesco rischia la bancarotta. L’agenzia dell’Onu per la cultura e la scienza ha sospeso tutte le nuove attività per il 2011. Una decisione drammatica e senza precedenti per far fronte a un grave deficit di bilancio. Un collasso economico che deriva dalla decisione degli Stati Uniti e di Israele di bloccare i fondi all’organizzazione dopo che la Palestina vi è stata ammessa come membro, lo scorso 31 ottobre. Lo ha annunciato il direttore generale Irina Bokova. L’Unesco è stata la prima agenzia dell’Onu a riconoscere a pieno titolo Abu Mazen. L’Autorità nazionale palestinese appare intenzionata a ottenere simili riconoscimenti da parte di altri organismi dell’Onu in una sorta di campagna internazionale destinata a spingere la massima istanza mondiale ad accettare la richiesta di adesione entro un anno. Tempi difficile si prospettano per molti organismi delle Nazioni Unite, specie se dovesse fallire (come pare) il percorso palestinese in seno al Consiglio di sicurezza per ottenere il riconoscimento di stato membro. In questo caso, la delegazione palestinese potrebbe decidere di avviare un riconoscimento “de facto”, chiedendo cioè l’ammissione in altre agenzie chiave del Palazzo di Vetro. Sedici in tutto, come ha spiegato l’ambasciatore palestinese a Ginevra, Ibrahim Khreisheh. Per l’Unesco è la peggiore crisi dagli anni Ottanta, quando l’agenzia fu al centro di incredibili e grotteschi scandali per lo spreco di denaro, la corruzione, il nepotismo dei suoi dirigenti e l’inefficienza della sua azione. Nel 1984 gli Stati Uniti di Ronald Reagan ne uscirono, dopo una serie di scontri con il capo dell’organizzazione, il senegalese Amadou-Mahtar M’Bow. Washington lasciò l’Unesco soprattutto per i suoi toni anti occidentali e per “le minacce alla libera stampa e al libero mercato”. Il segretario dell’Unesco, consapevole che senza i fondi americani non sarebbe andato da nessuna parte, si affidò, al prezzo di quindicimila dollari al mese (più le spese), a una società di lobbying statunitense che avrebbe dovuto tentare di convincere i senatori e i deputati di Washington a cambiare idea. Purtroppo quei quindicimila dollari furono sottratti da un conto Unesco destinato a finanziare la ricerca sul cancro. Lo scandalo gettò nel disonore l’agenzia. Una legge americana del 1994, che il deputato Kay Granger ha appena proposto di rafforzare, impedisce a Washington di finanziare gli enti dell’Onu che accettano i palestinesi. Quindi queste agenzie andrebbero incontro a un impoverimento economico qualora accettassero la richiesta palestinese. Per l’ingresso nell’Organizzazione mondiale della sanità ai palestinesi basta una semplice maggioranza. E’ un obiettivo facile. Ma a rischio dei 387 milioni di dollari americani, che l’agenzia ha già definito “vitali”. Stessa sorte per l’Agenzia atomica di Vienna, che rischia di perdere 187 milioni. Quattro quinti dei voti sono richiesti per entrare nell’Organizzazione internazionale dell’aviazione, mentre due terzi per l’Organizzazione del lavoro. I palestinesi, avendo già vinto all’Unesco, possono chiedere l’ingresso nell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, così come nell’Organizzazione per lo sviluppo industriale. I palestinesi hanno in programma di chiedere l’accesso anche alla Fao, che ha sede a Roma. Ma è soprattutto alla Corte penale dell’Aia che Abu Mazen adesso guarda. Non c’è rischio sui fondi, perché né Israele né gli Stati Uniti la finanziano. Una volta dentro, i palestinesi potrebbero chiedere di incriminare lo stato ebraico per “crimini di guerra e contro l’umanità”. L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : "  Unesco e Israele ai ferri corti . Ma Berlino sblocca i fondi"

La vignetta che ha suscitato le ire dell'Unesco

Contrariamente a quanto sostengono Udg e Hanan Ashrawi, il taglio dei fondi all'Unesco non ha nulla a che vedere con la cancellazione della presunta memoria palestinese. Non ha nulla a che vedere perchè non c'è nessuna storia palestinese da ricordare. Il popolo palestinese non esiste, è un'invenzione frutto della propaganda araba contro Israele. Chi cerca di cancellare la storia ebraica sono gli arabi, da sempre aiutati dall'Unesco
Udg descrive la vignetta su Haaretz e le reazioni ddi sdegno provocate all'Unesco "
Con un occhio anche alle tensioni militari fra Israele ed Iran, il caricaturista Eran Wolkowski aveva disegnato il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak, in posa militarista, mentre davano le ultime istruzioni ad alcuni piloti dell’aviazione, presumibilmente in partenza per colpire gli stabilimenti nucleari in Iran. «E sulla via del ritorno - diceva Netanyahu - bombardate anche gli uffici dell’Unesco a Ramallah». ". E' evidente che la vignetta era contro Netanyahu, bastava guardare la testata sulla quale è stata pubblicata, per altro. Ma Unesco e Udg l'hanno presa molto sul serio, dimostrando, oltre a scarsa conoscenza della storia, anche scarso senso dell'umorismo.

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