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mercoledì 4 gennaio 2012


Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Novità sulla primavera araba
       
l'emiro del Qatar, a destra, Mahdi al-Harati

Cari amici,
è proprio vero che una storia vale più di mille discorsi teorici. Sentite questa. E' la storia che il numero due dei ribelli libici Mahdi al-Harati ha raccontato a un giornalista spagnolo della testata ABC: "Sono stato ferito sulla Mavi Marmara e ho passato nove giorni in una prigione israeliana." (http://www.nationalreview.com/corner/286729/libyan-rebel-commander-i-was-imavi-marmarai-john-rosenthal) Che strana combinazione, eh? Harati è il vice dell'attuale capo del  concilio militare di Tripoli, Abdul-Hakim Belhadj, di cui si sono individuati importanti legami con Al Queida, e documentati rapporti telefonici con gli attentatori di Madrid nel 2004.

Tre anni fa, ufficialmente in esilio in Irlanda, Harati faceva parte dei mercenari assoldati dall'organizzazione pacifista IHH, a sua volta appoggiata e finanziata dal governo Erdogan e iscritta da diversi governi europei nella lista delle organizzazioni terroriste già da prima dell'episodio della flottiglia, per andare a scontrarsi con i soldati israeliani o aprire la strada al libero traffico d'armi per Hamas. Non era uno spettatore passivo, un giornalista o un idealista in gita; se fu ferito faceva parte certamente di quei duecento organizzati militarmente che si armarono di spranghe e coltelli e condussero una battaglia con i marinai israeliani.

E sapete dov'è ora il bravo Mahdi al-Harati ? In Siria, "ad aiutare i fratelli rivoluzionari siriani" dove si parla con insistenza della presenza di Al Qaeda, dove agiscono anche i turchi e da dove Hamas sta cercando di andarsene. Libia, Siria, Turchia, Hamas, Al Qaeda, che bel nodo! Una vera e propria brigata internazionale islamica, che dice molte cose sulla verità della "primavera araba".

E a proposito dello spostamento di Hamas, sapete  dove si dice che sarà trasferito il quartier generale del gruppo terrorista, attualmente in Siria? In Giordania, che pure qualche anno fa ha tolto la cittadinanza al suo leader Meshaal. La ragione è che il Qatar avrebbe offerto milioni di dollari in cash e gas naturale alla Giordania per accettare. Naturalmente la Giordania ha smentito che le sia stata fatta l'offerta, ma non la sua disponibilità ad accettarla. (http://www.nationalreview.com/corner/286729/libyan-rebel-commander-i-was-imavi-marmarai-john-rosenthal). L'emiro del Qatar, per chi non lo sapesse, è anche il proprietario e ospita la sede di Al Jazeera, l'emittente che assai più di Twitter e Facebook è stato il vero mezzo di comunicazione della "primavera araba". Il Qatar ha partecipato militarmente alla rivolta libica (http://www.guardian.co.uk/world/2011/oct/26/qatar-troops-libya-rebels-support) e ha cercato poi di "comprarsela" con generosi finanziamenti (http://www.guardian.co.uk/world/2011/oct/04/qatar-interfering-libya). Ed è anche il primo stato in cui i talibani afgani hanno aperto (proprio ieri) una loro "ambasciata" (http://www.nationalreview.com/corner/286729/libyan-rebel-commander-i-was-imavi-marmarai-john-rosenthal). Un altro nodo interessante, non vi pare? Dice qualcosa sulla "primavera araba" che i più sofisticati teorici del "desiderio di libertà dei popoli" non raccontano. A pensar male si fa peccato, come diceva Andreotti, ma spesso ci si acchiappa...
Ugo Volli

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