guerra all'italico declino

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giovedì 27 ottobre 2011

MASTER Oscar GIANNINO..

L’eurocompromesso minimale

Più Sono passati i mesi, più abbiamo deciso di mantenere sul wall di Chicago-bog il video che trovate immutato praticamente dalla nostra nascita, dedicato all’illusione dell’eurosalvataggio. Non si è trattato di pigrizia, ma del fatto che fossimo ragionevolmente certi che l’euroarea si avviasse a una lunghissima serie di duifficoltà crescenti. Perché nei grandi Paesi fondatori – Germania in primis, l’euroleader, ma per ragioni diverse anche Francia e, naturalmente, Italia – la politica avrebbe stentato molto a dire la verità ai propri elettori. Sia a dire verità amare, come nel nostro caso, del tipo “abbiamo troppo debito, troppa spesa e troppe tasse, dobbiamo energicamente cambiare marcia”. Sia verità scomode, del tipo “cari tedeschi, più facciamo passare il tempo senza una decisione chiara in merito alla possibilità di insolvenza sovrana ora che sono i mercati attraverso gli spread e Cds  e non più l’Ecofin a misurare il rischio-Paese di ogni euromembro, più renderemop traumatica e onerosa sia la possibilità d’insolvenza, sia quella dei salvataggi”. E’ andata puntualmente così. Le decisioni di stanotte mutano il quadro? Azzardo una prima risposta: no, comprano tempo.
Perché penso che non mutino il quadro? Rispondo senza entrare in dettagli tecnici, che invece in un maxi accordo come quello di stabnotte sono e saranno a loro volta decisivi. Mi limito ad alcune considerazioni generali.
Senza l’accordo di stanotte, saltava l’euro in prospettiva. Ok, tedeschi e francesi l’hanno evitato. per il momento, difficile dire per quanto.
Sostengo tale tesi per le seguenti ragioni. Almeno quattro, ma si potrebbe arrivare senza difficoltà alla dozzina.
Primo, il cap dell’Efsf. L’Efsf potenziato e levereggiato per un tetto massimo di 4 rispetto ai mezzi propri resta de-li-be-ra-ta-men-te al di sotto della soglia di capitale necessaria a garantire che possa intervenire per maxi aiuti a un paese della taglia dell’Italia. In quel caso, il tetto massimo andava spostato verso 2 se non , meglio ancora, 3 trilioni di euro, invece di un trilione come nell’accordo odierno.  Come tedesco, ne sarei felice. Come italiano, so che questa è la spiegazione dell’invito di Draghi a non pensare che la Bce possa essere lei a risolverci i problemi. Come operatore del mercato, so che devo a questo punto spostare e concentrare proprio sull’Italia l’arbitraggio del selling, e se in Itaia non lo capiscono peggio per loro.
Secondo, il lender of last resort.  L’Efsf levereggiato attraverso la costituzione di un SPV privatistico capace di attirare capitali pubblici – fondi sovrani – e privati nel rafforzamento del proprio capitale fa entrare l’edificio europeo in una nuova terra incognita. Dire che il leverage è modesto rispetto alle prassi bancarie, come è statod etto stanotte per rassicurare la stampa specializzata, non è una risposta efficace.  Il problema non è che la leva resti al massimo entro 4 volte i mezzi propri, invece di 9 o 10. Il problema è che le banche hanno dietro di sè un garante di ultrima istanza, le banche centrali dei Paesi in cui sono incardinate. E anche la politica, che da anni a questa parte nella grande crisi finanziaria ha messo mano ai soldi dei contribuenti per far fronte alla necessità di salvataggi, nazionalizzazioni e  ricapitalizzazioni forzose. Chi è il lender of last resort dell’Efsf? La BCE? Secondo Trattati e Statuto, assolutamente no. Lo sarà di fatto? Ma allora estenderemmo ulteriormente i compiti impropri a cui la politica – riottosa e neghittosa – sta chiamando sempre più la banca centrale europea. Sempre per mascherare la verità ai propri elettorati, e ancora una volta non solo a quello italiano da parte del governo Berlusconi che pure non scherza.
Terzo, l’haircut greco. Il compromesso sul 50% comporta molti problemi. Riguarda i privati e le banche, esclude BCE ed EFSF. ma perché mai ilò mercato dovrebeb accettare l’idea di una valutazione mark-to-market solo dei titoli in pancia ai privati, e non ai soggetti europubblici? E’un’illusione, perché allorab il valore reale rispetto al nominale varrà di fatto per tutti, e in un Paese sovrano si risolbverebbe come negli Usa, cioè con una alluvione di nuova moneta. Ma la BCE non può e non deve. Di conseguenza, le ricapitalizzazioni bancarie contenute entro i 106 miliardi e richieste prioritariamente ai privati, secondo me  potrebbero essere larghissimamente ottimistiche. Negli Usa col TARP et suimilia la FED ha esteso per multipli i suoi attivi attraverso una gigantesca operazione di sospensione dal prezzo di intere classi di asset illiquidi, ma garantiva con gli operosi torchi della Zecca di Stato. Da noi no. Significa che saranno le banche e i loro clienti, a pagare asimmetricamente il conto degli sperperi di danaro pubblico. Al mercato non può piacere, per definizione. A me e a chi la pensa come me, tanto meno. Quarto:  zero sostegni alla crescita. Potrà dare meno fastidio a liberisti come noi, ma sta di fatto che l’Europa è nata costitutivamente distinguendo sacrifi a breve imposti per la convergenza su virtù di bilancio e produttività nell’economia reale, e sostegno invee offerto attraverso strumenti a comune finanziamento nel medio periodo ai membri impegnati appunto nella convergenza a breve.  Dacché siamo nell’eurocrisi del debito pubblico, l’Euroarea nonn riesce a trovare una modalità per le risorse necessarie ai salvataggi. Figuriamoci se pensa o propone piani di sostegno nel medio periodo ai Paesi obbligati alla convergenza. L’effetto è la durissima deflazione  greca. Pensare che il 120% entro ics anni di debito pubblico greco sul Pil rispetto al quasi 170% attuale sia un traguardo di stabilità, è una doppia illusione. Sarebbe comunque insostenibile per l’economia greca precrisi. Lo sarà ancor più per un Paese costretto per anni al segno meno, senza alcun aiuto o incentivo esterno alla sua crescita.
Conclusione. Abbiamo comprato tempo. meglio questo dell’armageddon. Forse. Ma restiamo in mezzo al guado. Né fallimenti liberi, di cui rispondono i governi di fronte agli elettori visto il deprezzamento verticale di asset che comportano. Né un’Europa politica, con un abbozzo di proprio debito pubblico e di una propria politica fiscale, nemmeno per le contingenze straordinarie.  Ergo, non stupitevi ma facciamo restare ancora il nostro video sul wall.
FONTE:http://www.chicago-blog.it/2011/10/27/leurocompromesso-minimale/

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