guerra all'italico declino

FEDERALISMO; necessità italica di DITTATURA CORRETTIVA a tempo determinato per eliminazione corruzione, storture e mafie; GIUSTIZIA punitiva e certezza della pena; LIBERISMO nel mercato; RICERCA/SVILUPPO INNOVAZIONE contro la inutile stabilità che è solo immobilismo; MERCATO DEL LAVORO LIBERO e basato su Meritocrazia e Produttività; Difesa dei Valori di LIBERTA', ANTIDOGMATISMO, LAICITA' ;ISRAELE nella UE come primo baluardo di LIBERTA'dalle invasioni. CULTURA ED ARTE come stimolo di creatività e idee; ITALIAN FACTOR per fare dell'ITALIA un BRAND favolosamente vincente. RISPETTO DELLE REGOLE E SENSO CIVICO DA INSEGNARE ED IMPORRE

giovedì 27 ottobre 2011

ma che minxia di primavera è?!

Giunge perfino alle orecchie progressiste il grido della guerra santa. Da Tripoli soffia il vento della sharia. si attendono le prime impiccagioni. Se i nuovi padri costituenti modelleranno la carta fondamentale della Tunisia sul diritto coranico, anche sulle spiagge della costa si rischierà la lapidazione per adulterio. Ohibò, diranno le radical-chic in cerca di toyboy esotici sull’isola di Djerba. Ci si aspettava che alle soglie del potere si avvicinasse Rachid Ghannouchi, ma finora lo avevano descritto come un moderato. Chissà quando scopriranno che ha duemogli e difende due istituti giuridici della grande civiltà islamica, la poligamia e l’uccisione dell’apostata. Il Corano le consente e, se violano i dirittiumani,tanto peggio per questi ultimi. Poi magari finisce la pacchia anche a Sharm el-Sheikh. Dipende tutto da come vanno le elezioni in Egitto, dove i sondaggi sembrano indicare un’affermazione dei Fratelli musulmani. Rimangono solo i bastioni algerino e marocchino e poi, davanti alle nostre coste, ci sarà un califfato aggressivo e minaccioso, che ha già costruito qualche testa di ponte nel territorio dei miscredenti, la “casa della guerra”, come dicono loro. Cioè l’Italia, che dovrà cedere a causa della dipendenza petrolifera.
MAMMA LI TURCHI!
Dal Fatto quotidiano fino alla Repubblica, dal Manifesto a Liberazione passando per l’Unità risuona oramai un solo grido: «Mamma li turchi!». Sommessamente, per non cadere nella pericolosa spirale dell’islamofobia. Mica sono delle Fallaci qualsiasi i direttori dei quotidiani di sinistra e i loro editorialisti. Però rischiano il contagio con quei titoli tipo: «Primavera araba, autunno islamico? » che campeggiava ieri sul quotidiano diretto da Ezio Mauro. Tranne quel punto interrogativo, lo si sarebbe potuto già leggere su Libero, oltretutto anticipato di diversi mesi. Tocca prendere le distanze. Ci pensa Bernard Guetta, con il suo commento sul risultato delle urne tunisine: «Ha vinto una destra reazionaria ma non è la jihad al potere». Guarda al bicchiere mezzo pieno di consensi ai partiti laici. Lo vede mezzo vuoto perché non solo l’altra metà dei voti sono andati al partito dei fondamentalisti islamici, ma perché la sinistra non è riuscita a unirsi. Divisa, rischia di soccombere dinanzi a «una destra tanto più preoccupante in quanto crede di avere ilmonopolio della morale». Insomma, l’islam è diventato di destra. Chissà come mai i Fratelli Musulmani organizzati, in Italia, sono soliti invece candidarsi per Sinistra e Libertà, nelle liste gentilmente messe a disposizione da Giuliano Pisapia eNichi Vendola. Finché sono in Italia, nella prospettiva della concessione del voto agli immigrati in funzione anti- Berlusconi, sono accettati come compagni e poi abbracciaticome fratelli. C’è anche chi è disposto a difendere il burqa, purché sia indossato qui, sul territorio italiano. Urge chiarimento con il deputato democratico, vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Roberto Zaccaria, perché illustri la ragione per la quale si ostina, pervicace, a combattere contro la legge che vieta l’utilizzo del velo integrale, in questi giorni all’esame della Camera dei Deputati. È pur sempre un elemento di sharia. E una fatwa tira l’altra, com’è noto. Una spiegazioneper l’atteggia - mento bifronte della sinistra italiana, mediatica e politica, si trova. È che non riescono a prestare orecchio ai consigli che provengono dai moderati. Se una donna araba, come la parlamentare del PdL Souad Sbai, lancia l’allarme sul cancro dell’integralismo islamico che avanza, naturalmente non l’ascoltano. Èdi destra anche lei, in fondo.
JIHAD IN CASA NOSTRA
Hanno un’altra occasione, tuttavia. Provino a considerare la proposta di Gamal Bouchaib, presidente dei Musulmani Moderati, perché si adotti «un provvedimento che escluda la cittadinanza anche per chi si candida nel nostro Paese con partiti estremisti e jihadisti che non rispettano i principi di libertà e uguaglianza dell’ordinamento italiano». È il caso di Ennahda, le cui percentuali di successo all’interno della comunità dei tunisini immigrati in Italia sono largamente superiori al consenso nella madrepatria. Si sta allevando in Italia, insomma, la futura classe dirigente fondamentalista dei Paesi arabi. Solo quandosi autodeterminano a casa loro, il discorso cambia. Sembra una specie di neo-colonialismo di ritorno, dietro il quale si nasconde il timore egoistico di rimanere con i serbatoi a secco. Sui diritti umani si transige, purché gasdotti e oleodotti continuino a pompare.

 

FONTE:LIBERO - Andrea Morigi : " I tifosi della primavera si risvegliano nella sharia"

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