guerra all'italico declino

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giovedì 16 febbraio 2012

MASTER Giannino: Licenziamo i nulla facenti pagati da tutti noi!!!!

In Spagna, lavoratori pubblici licenziabili! Da noi?

Ha perfettamente ragione il Foglio di oggi. Nessuno in Italia ha mostrato di accorgersi di una delle novità più clamorose della riforma del mercato del lavoro appena varata dal governo Rajoy. Non si è solo ridotta l’indennità economica per i licenziamenti economici non sottoposti al vaglio del giudice – già prima il mercato del lavoro spagnolo come flòessibiolitùà in uscita era assai meglio del nostro attuale  – abbassandola di un quarto a 33 giorni di salario l’anno e per un massimo dell’equivalente di due anni di stipendio invece dei 42 mesi precedenti.  La grande novità è che si è introdotta la possibilità di licenziamento economico dietro versamento di eguale indennizzo e senza filtro giudiziale anche per i dipendenti pubblici! O meglio, per più di un quinto dei dipendenti pubblici, 685mila su 3,1 milioni totali, quelli che hanno un contratti di lavoro equiparato al privato non essendo coperti dalla qualifica di funzionario pubblico. Il criterio è che se un’amministrazione pubblica è in deficit per più di 9 mesi, chi la guida può praticare licenziamenti. Nove mesi! Che ne direste di una misura simile da parte del governo Monti? Perché nessuna misura di energuica ridefinizione del perimetro pubblico è stata sin qui indicata dal governo dei professori? perchè sono tali e quali ai politici di destra e di sinistra? O ci vogliono e ci possono ancora stupire?
Sul dilemma di come sarà davvero la riforma del mercato del lavoro su cui fervono gli incontri, a seguire quanto ho scritto su Panorama di questa settimana.
Domanda: ma se tutti convengono che l’essenziale è sbloccare la crescita senza per questo mettere da parte subito i vecchi istituti della cassa in deroga, che hanno attenuato l’impatto devastante di più di 20 punti di produzione industriale ancora mancanti rispetto al 2008, ma allora chi glie lo fa fare a Mario Monti di esporsi a uno scontro frontale con Cgil e sindacato sull’articolo 18? Risposta. Il bello viene nelle prossime due-tre settimane, dunque chi si azzarda a fare pronostici deve mettere in conto un’alea elevata. Ma almeno due elementi sono certi.
Primo. Mario Monti ed Elsa Fornero si sono già rivelati bravissimi nell’operazione-pensioni. Per risollevare immagine e giudizio sostanziale dell’Italia sui mercati, annunciare attraverso anticipazioni di stampa provvedimenti di svolta energica rispetto ai ritardi e alle diluzioni degli anni precedenti. Per poi assumerli davvero, nei tempi annunciati cioè brevi, e coerenti a quanto detto, cioè tosti. A comportarsi così il governo ci guadagna tre volte. In primis, più forte è la sollevazione iniziale dei contrari, maggiore è l’effetto-rivoluzione che le misure assumono sui media italiani, su quelli internazionali, agli occhi di Ue, Fmi e Ocse. Poi, si cresce nella stima degli italiani, in altre parole la decisionalità diventa autoportante rispetto alla durezza della protesta. Infine, incassate questi due vantaggi, si può anche giocare d’abilità e impostare lo stesso teatrino mediatico-protesta su altri capitoli come nel caso del decreto liberalizzazioni, ma varando poi nel merito provvedimenti assai meno rivoluzionari di quanto prospettato. Molto meno. Ma con la ragionevole aspettativa, puntualmente rivelatasi fondata, che i media ormai tengono lunga e spessa l’onda a favore, e la tavola da surf del governo va sempre più in alto.
A questo punto, secondo elemento, bisogna capire se la riforma del mercato del lavoro sarà un colpo di maglio salvifico e deciso come quella sulle pensioni, oppure se alla fine s’incassa comunque l’onda positiva ma accontentandosi di una mediazione. Chessò, un articolo 18 sospeso nella reintegra giudiziale solo per i nuovi assunti in cambio di trasformare i loro contratti da precari a tempo indeterminato. Fino a qualche giorno fa, avrei detto che questa o analoghe furbate sia l’ipotesi più probabile. Poi mi sono arrivati sul tavolo report riservati di fonte europea, successivi al voto del parlamento greco e alla riforma – quella sì notevole- varata da Rajoy in Spagna, migliorativa in flessibilità del già molto avanzato sistema precedente in quel Paese. Caro Monti non puoi fare un pastrocchio, dicono quelle note riservate. Anche lunedì, nell’incontro italo-tedesco, il messaggio di Berlino è stato chiaro. Ci stupisca, allora, il governo Monti. Levi il reintegro giudiziale per i licenziamenti economici e per tutti, non solo peri neoassunti, come già ha detto Bonanni. Intervenga anche con drastici paletti sulla reintegra giudiziale in caso disciplinare. Eviti la demagogia del contratto indeterminato come modello unico. Se Monti-Fornero facessero cose simili la lotta di rito ai finti cococo- che ci sarà comunque, le partite IVA già inziano a scendere – sarà equilibrata da misure crea-lavoro. Altrimenti l’effetto netto sarà solo più gente a spasso, finché siamo in recessione. Stupiteci, e i consensi dei media diventeranno ancor più imbarazzantemente stellari. Magari con un po’ di attrito sindacale, però.

 http://www.chicago-blog.it/2012/02/15/in-spagna-lavoratori-pubblici-licenziabili-da-noi/

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