guerra all'italico declino

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venerdì 3 febbraio 2012

Stragi nazi, Berlino non paga

La decisione dell'Aja: niente risarcimenti per le vittime italiane.

Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana. Sono alcune località tragicamente segnate dalla lunga scia di sangue della Seconda Guerra Mondiale, che accompagnò la 'ritirata del terrore' delle truppe naziste dal Sud al Nord dell'Italia.
Scia che sarà ricordata solo sulle lapidi. La Corte internazionale di giustizia dell'Aja, venerdì 3 febbraio, ha accolto il ricorso della Germania contro l'Italia per ottenere il blocco delle indennità alle vittime dei crimini nazisti. Secondo la sentenza Roma «ha mancato di riconoscere l'immunità riconosciuta dal diritto internazionale» a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich.
ACCOLTI TUTTI I PUNTI. La lettura della sentenza è durata 80 minuti. La Corte ha accolto tutti i punti di ricorso presentati dalla Germania che accusava l'Italia e il suo sistema giudiziario di «venire meno ai suoi obblighi di rispetto nei confronti dell'immunità di uno stato sovrano come la Germania in virtù del diritto internazionale».

Le tragedie di Civitella, Cornia e San Pancrazio: 203 italiani trucidati

La Corte dell'Aja ha poi concordato con la richiesta di Berlino di «ordinare all'Italia di prendere tutte le misure necessarie» affinché le decisioni della giustizia italiana che «contravvengono alla sua immunità siano prive d'effetto» e che i suoi tribunali «non pronunzino più sentenze su simili casi».
Il contenzioso tra Italia e Germania presso la Corte dell'Aja, il più alto organo giudiziario dell'Onu, è cominciato il 23 dicembre del 2008, quando Berlino ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Cassazione del 21 ottobre 2008 che ha riconosciuto la Germania responsabile per essere stata la 'mandante' dei militari nazisti che il 29 giugno del 1944 uccisero 203 abitanti di Civitella, Cornia e San Pancrazio (Arezzo), sparando a donne, bambini, uomini e vecchi, compreso il parroco del paese.
DIRITTO ALLE VITTIME NAZISTE. La sentenza della Cassazione a suo tempo è stata considerata un 'precedente storico' sancendo per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste a essere risarcite nell'ambito di un procedimento penale. Prima di allora c'erano state solo delle sentenze nelle cause civili per risarcimento danni chiesto dai cosiddetti 'schiavi di Hitler'. Nessun altro Paese al mondo aveva mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania in ottemperanza alla clausola dell'immunità giurisdizionale. Il contenzioso tra Roma e Berlino ha portato all'iscrizione di un'ipoteca giudiziaria su Villa Vigoni, centro culturale italo-tedesco in provincia di Como.
TRA IL '43 E IL '45: 15 MILA MORTI. Tra l'8 settembre del '43 e l'aprile del 1945 la violenza dei tedeschi contro i civili italiani fece registrare oltre 400 stragi: alla fine, il bilancio fu di circa 15. mila vittime.
Una lunga scia di sangue che accompagnò le truppe tedesche nella lentissima ritirata da Sud a Nord: da Castellaneta, in provincia di Taranto, a Bolzano. A commettere tali esecuzioni collettive non furono soltanto i nazisti delle SS, ma anche i soldati della Wermacht e spesso con la complicità attiva dei fascisti della Repubblica Sociale.

Terzi: «Rispetto la decisione. Ora dialogo con Berlino»

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha fatto sapere che l'Italia «rispetta» la sentenza emessa anche se i suoi contenuti non coincidono con le sue posizioni e al tempo stesso intende proseguire ad affrontare assieme alla Germania tutti gli aspetti che derivano dalle dolorose vicende della Seconda Guerra Mondiale.
Resta il fatto che «i contenuti della sentenza non coincidono con le posizioni sostenute dall'Italia», ma ha aggiunto Terzi «riteniamo che la pronuncia fornisca un utile contributo di chiarimento soprattutto alla luce del riferimento che la Corte fa all'importanza di negoziati tra le due parti per individuare una soluzione».
Venerdì, 03 Febbraio 2012
FONTE: http://www.lettera43.it/attualita/38582/stragi-nazi-berlino-non-paga.htm

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